Continuo a cercare forme in cui sentirmi contenuta, che siano anche spazi di respiro. Per quel che riesco voglio guardare al microscopio. Le reazioni del mio corpo rispetto a- sono sempre il punto di partenza per ogni gesto. Ho meno paura della vita in questa posizione, devo dire infatti che gran parte della mia ricerca è un atto curativo. Mi interessa, sempre, creare un contatto. Il luogo scomodo, non protetto (dentro di me, fuori di me) è come magnetico, non posso andare altrove.

Quello che provo...

Rainy silver clouds

Mare mosso

Io e te, alla fine

E il naufragar m’è dolce in questo mare

A mare

A mare te

A mare (quello che resta)

Alla deriva

Stanchi

Stringimi forte (sotto l’occhio nudo)

Col cuore in mano, tua

Pulsazione

Raggi X

Copia dal vero

Fuori dallo studio non riesco a dirti che

Un leggero gonfiore

Chiudere gli occhi è sufficiente per pulire i pensieri

Mi chiamo fuori

Piatto freddo

Adesso mi ricordo di te

Clampaggio

Esco

Mi metto all'angolo

Mi metto all'angolo (alone)

Urgente per una ricostruzione

Vedo non vedo

Sistemi

Tessuti vegetali dal mio corpo animale

Azione per il bene di sé contro di sé

PSICOPESO SESSANTACINQUE

Tutto ciò che non riesco a dipingere

Corpi sottili del paesaggio

Disarmandomi

Macchie

A Vincenzo, io mi arrendo

Nello spazio di mezzo

Attesa condizionata

Distribuzioni (da 1 a 6)

Automatismi: gesti del parlare

Mi adatto

Mi ascolto

Rumori

Interferenze

Nature impresse