Mangio come parlo

2020
Performance, durata: 1 settimana
Video (colore, suono), durata: 14’20”

«Per una settimana, il tempo ideale per definire una routine completa, ho mangiato a ogni pasto solo anguria, provando un senso di sazietà senza ricevere però un nutrimento efficace. In 7 giorni ho perso 4 kg, il mio corpo si è impoverito e mi sento debole. Ho portato il mio corpo alle mie stesse condizioni lessicali.»

Facendo riferimento ad alcune espressioni comuni come “cibo per la mente” e “parla come mangi”, viene posta una riflessione sulla corrispondenza tra il nutrimento per il corpo e il nutrimento per il pensiero, tra l’uso di parole solo per riempire un dialogo, per dire qualcosa e l’atto di mangiare solo per riempire lo stomaco.

Il lavoro riflette sulla tendenza all’uso di parole ed espressioni che sembrano dire qualcosa, nutrire un discorso, offrire un contenuto, ma che in realtà lo svuotano, impoveriscono, ingannano. Sono parole/espressioni che significano tutto e niente nel momento in cui vengono dette, che hanno l’intento di comunicare un contenuto in realtà corposo, ma che riducendosi a poche lettere, forse per pigrizia, disimpegno nella riflessione, finiscono per lasciar morire ogni sviluppo del discorso, ogni articolazione e allenamento del pensiero. Sono vocaboli che fanno regredire le capacità d’espressione profonda e le modalità con cui un individuo si occupa della sua elaborazione verbale circa le proprie considerazioni, idee.

I eat as I speak

2020
Performance, duration: 1 week
Video (colour, sound), duration: 14 min 20 sec

«For a week, the ideal amount of time to establish a full routine, I ate only watermelon at every meal, feeling sense of satiety without receiving any effective nourishment. In 7 days I lost 4 kg, my body got depleted and I feel weak. I have brought my body to the same state as my lexical conditions.»

Referring to common expressions such as “food for thought“ and “parla come mangi” (Italian saying: “speak as you eat”, meaning to speak simply and clearly), the work reflects on the correspondence between nourishment for the body and nourishment for the mind, between using words merely to fill a conversation and eating merely to fill the stomach.

The work explores the tendency to use words and expressions that seem to offer meaning, nourish a conversation, or provide content but, in fact, empty it, impoverish it, and deceive. They are words/expressions that mean everything and nothing at the moment they are spoken, intending to communicate a substantial content, but that, by being reduced to just a few letters — perhaps due to laziness or disengagement in reflection — they ultimately allow every development of discourse, every articulation and exercise of thought, to wither away. They are words that regress the ability of deep expression and the way individuals engage in verbal elaboration of their thoughts and ideas.